martedì 28 novembre 2017

EUROPARLAMENTO AVVERTE: ALLARME BANCHE PER DEBITO SOVRANO

A gennaio gli stress test che considerano anche i Btp comprati dagli istituti. Per quelli italiani si tratta di una «mina» da quasi 320 miliardi di euro



Il giornale Libero punta oggi l'attenzione sulla Vigilanza europea, quella guidata dalla squadra di Daniele Nouy, che è tutta concentrata sulle sofferenze, come si è visto dalle nuove regole formulate dalla Bce con il cosiddetto «addendum» alle linee guida per la gestione dei crediti deteriorati la cui legittimità è stata bocciata anche dal servizio giuridico del Consiglio Ue con un parere arrivato ieri sul tavolo dei ministri delle finanze europei.

Francoforte sta anche pensando alla creazione di una nuova piattaforma unica che funga da banca dati per i non performin loans.

In realtà, spiega Libero,  c'è anche un'altra mina innescata dentro ai bilanci degli istituti del Vecchio Continente: l'esposizione al debito sovrano dei singoli Stati. Per la sola Italia parliamo di circa 319 miliardi di Btp in pancia alle banche.

E anche se Bankitalia ammette nel suo ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria che l'ammontare di titoli pubblici italiani nel portafoglio delle banche è sceso di 33 miliardi, purtroppo ad alleggerirsi sono state soprattutto le big del credito (per 29 miliardi) mentre le banche più piccole, che strutturalmente detengono una quota più elevata di titoli pubblici, la riduzione è stata solo di un punto percentuale. 

Il tema è d'attualità visto che per le principali 50 banche europee (tra cui quattro italiane ovvero UniCredit, Intesa Sanpaolo, BancoBpm e Ubi) si prospetta un nuovo round di stress test. E a finire nel mirino delle prossime prove di resistenza messe a punto dall'Eba - l'autorità bancaria europea- saranno anche i rischi derivanti dall'esposizione ai titoli sovrani che vengono compresi nel rischio di credito e nel rischio di mercato: nel dettaglio saranno applicati shock al portafoglio dei titoli sovrani per verificare la capacità di assorbire le eventuali perdite.

Le valutazioni partiranno a gennaio mentre i risultati saranno resi pubblici il 2 novembre del 2018.

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